Siamo tra i paesi del bacino mediterraneo più esposti al rischio terremoti e alluvioni e questi fenomeni sono tragicamente in aumento; sempre più intensi, pericolosi e distruttivi.
L’Italia è il sesto paese al mondo per danni subiti negli ultimi venti anni.
È normale quindi che si registri anche maggiore preoccupazione e una maggiore determinazione ad assicurarsi, pensando per tempo a tutelare economicamente l’abitazione, l’azienda e i loro contenuti contro le catastrofi naturali.
Com’è noto, le grandi calamità naturali, oltre a provocare la perdita di vite umane, impattano negativamente anche sull’attività economica, sia come conseguenze intermedie sia a lungo termine.
Gli enormi costi che generano sono dovuti principalmente alle perdite non assicurate, mentre in caso di fenomeni adeguatamente coperti da assicurazione la mancata produzione è di entità trascurabile.
Secondo gli ultimi studi Ania risulta che il 35% delle abitazioni italiane è esposto a elevato rischio sismico, percentuale che tende a raggiungere quota 55% se si considera il rischio alluvionale. Nel complesso dunque il 78% delle abitazioni è esposto ad un rischio alto o medio alto tra terremoto e idrogeologico.
Anche se la maggior parte degli italiani è favorevole ad assicurarsi, la diffusione di polizze per i rischi catastrofali è ancora molto bassa!
A settembre 2016 si registravano 435.000 polizze per la copertura del rischio terremoto o del rischio alluvione (o di entrambi), a protezione di 610 mila abitazioni. Erano assicurate il 2% delle case private, nonostante il 35% di esse si trovi nelle zone a più alta pericolosità sismica, percentuale che cresce del 55% nel caso di pericolo alluvionale. Assicurate invece il 40% delle imprese.
A dispetto della sempre crescente frequenza e intensità con cui le calamità naturali colpiscono il nostro Paese, nell’ ordinamento giuridico italiano non è ad oggi presente una legge organica che disciplini in via generale gli interventi statali quando viene dichiarato lo stato di calamità.
Ad oggi, tuttavia, non esiste un’assicurazione obbligatoria contro le calamità. E ciò è facilmente spiegabile da un insieme di ragioni:
- la consuetudine di interventi di finanziamento ex post da parte dello Stato;
- l’inesistenza di incentivi per i premi dell’assicurazione contro le catastrofi;
- il rischio di antiselezione dovuto alla diversa rischiosità cui sono esposte le varie aree geografiche del Paese;
- l’elevata potenziale intensità degli eventi catastrofali, associata alla vulnerabilità degli edifici.